La cosmologia e il fondamento delle leggi

Nelle grandi opere della vecchiaia, in particolare nel "Timeo" e nelle "Leggi", Platone torna a interrogarsi sul bisogno di unità e di ordine, allargando il suo sguardo fino a raggiungere una dimensione cosmica.
Il "Timeo" narra la storia dell'origine dell'universo attraverso il mito del demiurgo, un divino artefice che ha plasmato il mondo visibile sul modello di quello soprasensibile: ispirandosi all'idea del Bene ha modellato la materia caotica primordiale trasformandola in un organismo vivente permeato e governato da un'anima del mondo; ha conferito ordine agli eventi naturali attraverso il tempo che è "un'immagine mobile dell'eternità".
Nelle "Leggi" invece l'intenzione di Platone è quella di realizzare anche nella città umana l'ordine divino presente nel cosmo. Se vogliamo rimarcare una differenza rispetto alla "Repubblica", possiamo trovarla nel diverso atteggiamento di Platone, diventato più concreto e disincantato di fronte alla vita: questo comporta che la descrizione utopica del governo ideale venga sostituita da una visione più realistica. Le leggi hanno dunque una funzione sia costrittiva sia educativa: da una parte prescrivono fin nei particolari quali deve essere la migliore condotta dei cittadini, dall'altra aspirano a essere una guida per i giovani. Esse vanno a designare una città fortezza libera da corruzione e decadenza. In essa vi sono infatti: un numero limitato e stabile di cittadini, la condanna di ogni comportamento asociale e l'organo dei "Custodi della legge", garante del rispetto delle norme.