Empedocle, Anassagora e Democrito

Empedocle, Anassagora e Democrito sono i tre fisici pluralisti, denominati così perchè ammettono a fondamento dell'universo una pluralità di principi materiali.
Il primo, nel suo poema "Sulla natura" descrive la nascita dell'universo a partire dalla situazione originaria di una totalità indifferenziata, lo sfero, in cui si mescolano il fuoco, l'acqua, la terra e l'aria, che rappresentano le "quattro radici". Esse sono elementi materiali fondamentali eterni, immutabili, identici a se stessi e divisibili. Secondo Empedocle la causa prima della continua unione e separazione degli elementi sono due forze cosmiche, l'amore e l'odio. Mescolando o separando le quattro radici infatti, tali forze determinano la generazione e la dissoluzione di tutte le cose.
Il secondo invece, Anassagora di Clazomene, elaborò la teoria dei "semi", particelle piccolissime e invisibili di materia che, combinandosi variamente, danno origine a tutte le cose visibili. Esse sono qualitativamente differenti, infinitamente divisibili, eterne, immutabili e infinite in quantità e numero. Per spiegare l'origine dell'universo dalla caotica mescolanza degli elementi originari, Anassagora ricorre all'azione di una forza che egli chiama intelligenza (noús, in lingua greca): essa determina il movimento che è causa della separazione e composizione dei semi secondo un ordine razionale.
L'ultimo, Democrito, elabora una visione materialistica dell'universo, in cui mutamento e permanenza sono tenuti insieme e conciliati. Per lui gli elementi originari e fondamentali dell'universo sono gli atomi, particelle minime, invisibili, infinite, qualitativamente identiche, quantitativamente diverse per forma e dimensione, non ulteriormente divisibili, eterne e immutabili. Esse si muovono caoticamente nel vuoto dove, aggregandsi e disgregandosi, determinano la nascita e la morte delle cose.

Empedocle 

Anassagora 

Democrito